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Laghi di Monticchio: cosa fare e dove mangiare

Nel verde e selvaggio cuore della bella Lucania vi è un luogo da tempo conosciuto per le sue sorgenti d’acqua minerale, ma che nasconde tante altre meraviglie tutte da scoprire. Parliamo ovviamente dei Laghi di Monticchio, situati all’interno del cratere del Monte Vulture, un vulcano inattivo da moltissimo tempo. Questi due laghi di origine vulcanica rientrano indubbiamente tra gli scenari più imperdibili della regione non soltanto per gli appassionati di escursionismo, ma anche per chi ama viaggiare verso luoghi dominati dalla natura.

Una destinazione di questo genere può rivelarsi azzeccata in quasi ogni periodo dell’anno, ma le stagioni più soleggiate potrebbero risultare particolarmente indicate per la varietà di colori che regalano alla flora locale. Al contrario di quanto si possa pensare, i Laghi di Monticchio offrono diverse attività e luoghi d’interesse che esulano dalla presenza dei laghi. Ecco quindi quali luoghi visitare e quali attività svolgere in questa meravigliosa destinazione lucana.

Passeggiate nei boschi di Monticchio

I laghi sono circondati da boschi colorati e rigogliosi, ideali per passeggiate nella natura ed escursioni. In questa zona è possibile imbattersi in diverse specie di piante, tra cui aceri, frassini e carpini, ed avvistare un gran numero di specie animali che dimorano in queste terre, da rettili e anfibi a piccoli mammiferi. I Laghi di Monticchio sono tuttavia famosi anche per le bellissime specie di uccelli che nidificano nel verde circostante, ovvero nibbi, sparvieri e corvi reali.

Intorno al lago grande si sviluppa una riserva naturale in cui si può incontrare, se si è fortunati, l’affascinante Bramea di Harting, una farfalla notturna particolarmente rara che abita la zona. Infine la location offre la possibilità di noleggiare dei pedalò e ammirare le bellezze del lago da vicino, tra cui le ninfee alba, piante acquatiche dal bianco scintillante. Un vero e proprio festival di vita e di diversità circondato da una cornice colorata e armoniosa, degno d’essere vissuto con tutta la calma possibile.

Una visita all’Abbazia di San Michele Arcangelo

In questo scenario meravigliosamente verde spicca con bianco splendore l’Abbazia di San Michele Arcangelo, un luogo da visitare assolutamente se si organizza un viaggio in questa zona. Edificata nell’VIII secolo d.C. attorno ad una grotta di tufo, l’abbazia venne consegnata dalla storia prima ai monaci benedettini, poi ai cappuccini e infine, nel 1782, all’ordine militare costantiniano, che ne fu proprietario fino a quasi gli inizi del 900. Questo complesso è composto da un convento che si sviluppa su più piani, una chiesa settecentesca e la cappella dedicata all’Arcangelo Gabriele, venne consacrata nel lontanissimo 1059 da papa Nicolo II. La struttura conserva ancora dei preziosi mosaici di origine bizantina ed un’acquasantiera naturale, posta sotto una parete da cui sgorgava l’acqua benedetta.

Il Castello di Monticchio

Il castello di Monticchio rappresenta un’altra tappa doverosa per chi visita la zona. Si tratta infatti del castello più antico dell’intera zona, composto da una serie di fortificazioni erette per difendere la zona del Vulture in età prenormanna. Di questo castello è rimasta soltanto una torre su base quadrata e tre ambienti a pianta pseudo quadrata, oltre che un arco acuto ghierato del XII secolo che fu poi rinforzato in età angioina. La struttura fu abbandonata per via dei numerosi terremoti che colpirono la zona del Vulture in età medievale.

Museo di Storia Nazionale del Vulture

Infine non può essere esclusa dall’itinerario una visita al Museo di Storia Nazionale del Vulture, vero cantastorie della vita del vulcano. In questo luogo è possibile ripercorrere i 750 mila anni di storia della zona, oltre che visitare stanze sul cammino recente dell’uomo nel Vulture. Il museo offre anche la possibilità di conoscere la storia degli animali e delle piante che hanno popolato il luogo sin dai tempi più antichi, e di ammirare allestimenti sui fenomeni eruttivi e ricostruzioni dello scenario in epoca preistorica.

Cosa mangiare a Monticchio

I Laghi di Monticchio mettono a disposizione delle larghe aree picnic in cui poter godere delle prelibatezze acquistabili in loco, senza rinunciare al sempre prezioso contatto con la natura. In alternativa è possibile sedersi in uno dei tanti agriturismi presenti nella zona dei laghi, che offrono dei pasti all’insegna della genuinità tipica della cucina lucana.

Particolarmente consigliati sono i salumi locali e i formaggi, in particolar modo il celebre Canestrato di Moliterno, accompagnati preferibilmente da un bicchiere di Aglianico del Vulture. Degno di nota è anche il Casieddu, un’interessante variante del cacio ricotta preparata esclusivamente utilizzando il latte di capra. Imperdibili anche le famose Lagane, primo piatto di pasta lunga condita con diverse specie di legumi (specialmente ceci e fagioli), e la carne di cinghiale, una prelibatezza che può essere apprezzata in quasi tutto il territorio lucano. Infine è doveroso citare anche le varie zuppe di verdure che caratterizzano la tradizione gastronomica della Basilicata, tra cui la famosa Ciambotta e la minestra di finocchi e fagioli.

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