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Alla scoperta dei luoghi abbandonati di Roma

Roma è indubbiamente una delle città più importanti del mondo; lo testimoniano anche i suoi soprannomi: Città Eterna, Caput Mundi (Capitale del Mondo), Urbe (la città per antonomasia). Ha un’estensione notevole; la sua superficie infatti sfiora i 1.300 km quadrati e conta quasi 2 milioni e 800mila abitanti.

I monumenti al suo interno sono innumerevoli e hanno una notevolissima importanza storica, artistica e culturale e, spesso, anche spirituale; basti pensare al Colosseo, al Foro Romano, al Circo Massimo, a Piazza Navona, alla Fontana di Trevi, al Pantheon e, considerando anche il Vaticano, la Basilica di San Pietro. E si potrebbe continuare ancora per molto.

Accanto a questi monumenti iconici, che fanno di Roma uno dei più grandi musei a cielo aperto, vi sono però anche molti altri edifici, opere e luoghi abbandonati Roma o quantomeno dimenticati oppure lasciati al degrado. In un modo diverso, anch’essi costituiscono un capitolo affascinante della storia più recente di Roma; raccontano infatti grandi ambizioni non realizzate o che comunque non hanno retto alla prova del tempo.

Il Villaggio Olimpico

Il Villaggio Olimpico fu progettato nel 1958 e poi costruito in occasione dei Giochi Olimpici di Roma del 1960. È un quartiere costituito da più di 1.300 appartamenti destinati a ospitare gli atleti olimpici e in seguito gli impiegati statali. Furono anche edificati il Palazzetto dello Sport, il viadotto di Corso Francia e lo Stadio Flaminio (che sostituì il vecchio Stadio Nazionale). All’epoca fu indicato come un eccellente esempio di pianificazione urbanistico-edilizia, una delle migliori opere edilizie pubbliche della capitale. Sfortunatamente, nel corso dei decenni, la zona è stata sempre più trascurata: vi è una scarsa manutenzione del verde, l’edilizia pubblica e quella privata sono fatiscenti e sempre più spesso la stampa locale mette in luce il degrado sociale della zona. Fino a questo momento, tutti gli interventi di riqualificazione sono falliti. Oggi i residenti descrivono il Villaggio Olimpico come una vera e propria giungla urbana, caratterizzata da erba alta, vegetazione selvaggia e alberi pericolanti.

Il Velodromo Olimpico

Anche il Velodromo Olimpico fu costruito in occasione dei Giochi Olimpici del 1960. Era un impianto sportivo che conteneva quasi 18.000 posti a sedere ubicato in viale dell’Oceano Pacifico, tra il quartiere del Torrino e il laghetto.

A partire dal 1968 rimase del tutto inutilizzato (dopo il Campionato del Mondo di ciclismo su pista). Nel 2008 fu demolito con cariche di tritolo. Oggi, quello che fu descritto dalla stampa come “Il Velodromo più bello del mondo”, è nient’altro che una voragine verde in mezzo all’EUR, un simbolo del contrasto che spesso c’è tra l’ambizione di un grande evento internazionale – come un’Olimpiade o un Campionato del Mondo di Calcio – e la mancanza di una visione a lungo termine.

Vela di calatravaLa Città dello Sport (Vela di Calatrava)

La Città dello sport è una struttura architettonica ubicata nella frazione di Tor Vergata e può essere legittimamente considerata come uno dei simboli delle grandi opere incompiute. È stata progettata nel 2005 come un complesso sportivo polifunzionale da un architetto spagnolo, Santiago Calatrava. Una delle parti realizzate del progetto è la struttura di uno stadio del nuoto la cui intelaiatura della copertura ricorda una vela a pinna di squalo, da qui il soprannome di Vela di Calatrava. Un’altra parte realizzata è la struttura di base di un palazzetto per il volley e per il basket.

I lavori sono iniziati nel 2007, ma il cantiere è chiuso ormai dal 2011. L’ultima idea, che l’Agenzia del Demanio conta di realizzare nel 2025, è quella di trasformare l’area in una “green city” dedicata alla ricerca e al benessere, con un’arena in grado di accogliere 12.000 visitatori.

L’ex Fabbrica di penicillina LEO

In stato di totale abbandono è l’ex Fabbrica di penicillina LEO. È tutto quello che rimane di un complesso industriale ubicato nel quartiere Ponte Mammolo, al km 10 di Via Tiburtina.

È stata la prima fabbrica italiana a produrre la penicillina (un farmaco antibiotico) e fu inaugurata nel settembre del 1950, alla presenza dello scopritore del principio attivo, Alexander Fleming. Ci sono stati cambi di proprietà e la fabbrica rimase operativa fino alla prima metà degli anni Novanta del secolo scorso.

L’edificio sarebbe dovuto diventare una struttura alberghiera, ma il progetto non è mai andato in porto. Oggi la zona è in condizioni di notevole degrado ed è definita dagli abitanti del quartiere come una vera e propria “bomba ecologica” a causa delle enormi quantità di rifiuti che si stanno progressivamente accumulando. Questa storia di decadenza attrae fotografi e appassionati di Urban Exploration.

Gli ex Mercati Generali

Un altro luogo emblematico dell’abbandono urbano nella capitale d’Italia è rappresentato dagli ex Mercati Generali, situati nel quartiere Ostiense. Gli enormi padiglioni, un tempo cuore pulsante del commercio alimentare di Roma, sono abbandonati dall’autunno del 2002, allorquando le attività furono spostate nel Centro Agroalimentare di Roma (CAR) a Guidonia. Un’opera di riqualificazione era iniziata nel 2006, ma si è poi interrotta. Adesso l’area di cantiere è abbandonata con gravi ripercussioni per il quartiere e per le aree limitrofe.

Le Torri Ligini

Le Torri Ligini, altrimenti note come Torri dell’EUR, sono imponenti edifici costruiti nel 1961 dall’architetto Cesare Ligini. Destinate inizialmente a ospitare gli uffici del Ministero delle Finanze, le Torri Ligini sono assurte a vero e proprio simbolo di decadenza urbana. L’intero complesso, costituito da cinque edifici (tra cui tre torri di 17 piani), è andato in disuso con il passare del tempo fino a versare in una notevole condizione di degrado e abbandono, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Beirut”, in riferimento alle disastrose condizioni degli immobili della capitale libanese a causa della guerra civile.

Attualmente è in corso un lavoro di riqualificazione che trasformerà il degradato complesso in una moderna sede delle Ferrovie dello Stato.

L’ex Fiera di Roma

La Fiera di Roma, progettata dall’architetto modernista Luigi Moretti, fu inaugurata nel 1960 e per molto tempo è stata uno dei maggiori centri espositivi della capitale e ha ospitato numerosi e importanti eventi e manifestazioni nazionali e internazionali.

Con il passare del tempo l’ex Fiera di Roma, ubicata in Via Cristoforo Colombo, ha iniziato a mostrare segni di deterioramento e, a partire dagli anni 2000, ha perso la sua iniziale attrattiva a favore di altre aree espositive (in primis la nuova Fiera di Roma, ubicata in Via Portuense) e si è arrivati alla sua chiusura e al suo totale abbandono che ha reso il complesso un simbolo di spazi urbani degradati.

Nel settembre 2024 è stato presentato, in uno dei padiglioni abbandonati dell’ex Fiera, il progetto “Città della Gioia”, finalizzato alla riqualificazione dell’intero complesso, con la demolizione dei vecchi immobili e la successiva sostituzione con edifici destinati a funzioni pubbliche e private.

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