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Visita alle cascate dell’Iguazù: cosa vedere, come arrivare e costi

cascate iguazù

Le Cascate dell’Iguazú si trovano a confine tra la provincia argentina di Misiones e lo Stato brasiliano di Paranà, sono generate dal fiume Iguazù e sono le cascate più estese del mondo, con una larghezza di 7,65 km. L’11 novembre del 2011, sono state disegnate una delle nuove 7 Meraviglie Naturali del mondo e nel 2013, il parco nazionale Iguazu è stato premiato dall’UNESCO per il suo valore universale eccezionale.

L’acqua scende fino a 300 salti, ma più che il numero colpisce il modo in cui il fiume si apre, chi le visita dal lato argentino si muove dentro il parco nazionale seguendo le passerelle che arrivano molto vicino ai salti. La sensazione è di essere dentro il sistema delle cascate, quasi sospesi tra gli alberi e la nebbia che sale dal fiume. La Garganta del Diablo, il salto più imponente, è un punto in cui l’acqua sembra ribaltarsi su sé stessa, il rumore è molto forte ed è il cuore delle Iguazú, la parte che resta più impressa.

Il lato brasiliano offre un’esperienza diversa, più panoramica, da qui si vedono quasi tutte le cascate insieme e si capisce davvero la scala del luogo. Molti viaggiatori considerano i due ingressi complementari perché uno dà l’idea del dettaglio, l’altro dell’insieme. In entrambi i casi, la presenza costante della foresta, densa, verde, piena di suoni, restituisce un’immagine precisa di quanto questo ambiente sia ancora vivo e protetto.

Nonostante sia un’icona del turismo mondiale, il parco conserva una gestione molto attenta. I percorsi sono pensati per non danneggiare l’ecosistema, e muovendosi a piedi si capisce perché servano così tante regole, la fauna è ovunque, dai coati che si avvicinano ai punti ristoro agli uccelli che volano a pochi metri dalle passerelle.

Il lato argentino: percorsi immersivi e viste ravvicinate

Il lato argentino offre un percorso che procede a livello d’acqua, le passerelle sono sospese a pochi metri dal fiume, e questo avvicina molto i visitatori alla potenza delle cascate. I percorsi principali sono Circuito Inferior e Circuito Superior, che portano a scoprire prospettive diverse, il primo si snoda verso il basso, dove l’acqua più vicina e il paesaggio sembra quasi avvolgere il tutto; il secondo mostra il sistema di cascate dall’alto, cosa che permette di cogliere l’intera geometria del luogo.

Il momento più atteso per chi visita questo lato è la camminata alla Garganta Del Diablo, qui la passerella attraversa il fiume per più di un chilometro e, senza quasi rendersene conto, ci si ritrova sopra uno dei salti più potente del mondo.

Il rumore è talmente forte che si sente vibrare sotto i piedi. Per esplorare il lato argentino occorre tempo, molto dei visitatori decidono di passarci l’intera giornata, altri addirittura due, perché la combinazione di natura e fauna locale (tra cui coati, uccelli tropicali e farfalle dai colori intensi) rende ogni angolo un punto in cui vale la pena fermarsi.

Il lato brasiliano: la vista panoramica che racconta l’insieme

Se il lato argentino è un percorso dentro il cuore delle cascate, il lato brasiliano è il luogo da cui osservarne l’ampiezza. Qui il colpo d’occhio è più immediato, si cammina lungo un sentiero che costeggia una parete di salti e, man mano che si procede, l’orizzonte si apre rivelando un insieme di cascate che sembra non avere fine.

La vista dall’alto permette di capire la struttura del sistema, la forma semicircolare, le diverse altezze, il modo in cui l’acqua si muove e si ricompone. È un punto di osservazione che aiuta a mettere ordine all’impressione più caotica e potente ricevuta dal lato argentino.

Anche qui c’è un momento speciale, l’arrivo alla passerella che conduce vicino alla gola principale. Non si arriva sopra la Garganta del Diablo, come in Argentina, ma ci si avvicina a un punto che permette di coglierne l’impatto visivo.

Gli schizzi possono raggiungere i visitatori anche da dieci metri di distanza. Questo lato è più veloce da visitare, basta mezza giornata, ed è per questo che molte persone decidono di vedere entrambi i lati durante lo stesso viaggio, poiché le due entrate distano a meno di un’ora l’una dall’altra.

Quando visitare Iguazú: clima e stagioni

Il periodo migliore per andare alle cascate dipende dalle esigenze del singolo visitatore, il paesaggio cambia molto tra stagione secca e stagione delle pioggie:

  • Da dicembre a marzo: durante questo periodo le piogge sono più intense e il flusso d’acqua aumenta, questo rende le cascate più imponenti. I sentieri diventano più umidi e alcune zone possono essere chiuse per motivi di sicurezza, ma l’impatto visivo è straordinario.
  • Da aprile a settembre: la stagione è più secca e le temperature più miti. Il volume d’acqua può essere leggermente inferiore, ma i percorsi sono più accessibili e l’umidità è gestibile anche nelle ore centrali della giornata.

Chi vuole fotografare le cascate con la migliore luce dovrebbe considerare la posizione del sole:

  • mattina per il lato brasiliano,
  • pomeriggio per quello argentino.

Perché Iguazú è un luogo unico al mondo?

La storia delle cascate di Iguazú nasce molto prima dell’uomo, la zona, milioni di anni fa, era segnata da un’intensa attività vulcanica e, il basalto che oggi forma il gradino da cui l’acqua precipita, era parte di un territorio in continuo movimento. Con il tempo, il fiume Iguazú ha scavato, limato, aperto crepe sempre più profonde finché quel dislivello è diventato il salto spettacolare che conosciamo.

Anche il nome ha radici antiche, infatti, “Iguazú” viene dal guaraní e significa semplicemente “acqua grande”, un modo perfetto per descrivere ciò che si vede davanti a sé. Le popolazioni indigene hanno sempre considerato questo luogo speciale e, come spesso accade nei luoghi che incutono rispetto, è nata una leggenda: quella di una giovane e di un guerriero separati da un dio geloso e trasformati in cascata. Ancora oggi, chi vive nella zona la racconta ai visitatori, come parte dell’identità culturale del territorio.

I primi europei arrivarono qui nel Cinquecento, e capirono subito che le cascate erano un mondo a sé, qualcosa che sfuggiva alla logica coloniale. Bisogna però aspettare il Novecento perché Brasile e Argentina decidano di proteggere seriamente l’area, trasformandola nei due parchi nazionali che conosciamo oggi. Una scelta che ha preservato un ecosistema ricchissimo e che permette a milioni di persone, ogni anno, di vivere un’esperienza che resta nella memoria.

Come arrivare: aeroporti e collegamenti

Esistono due aeroporti principali per raggiungere l’area:

  • Puerto Iguazú (Argentina).
  • Foz do Iguaçu (Brasile).

Tutti e due gli aeroporti sono collegati bene con le città sudamericane più importanti come Buenos Aires, Rio de Janeiro e San Paolo, oltre ad essere molto vicini ai parchi nazionali. La scelta dipende da quale lato si vuole visitare per primo, ma in ogni caso, è molto semplice. Inoltre, è importante ricordare che chi vuole spostarsi tra i due paesi deve passare obbligatoriamente alle dogane della frontiera, portando con sé il passaporto e i documenti richiesti.

Quanto costa visitare le cascate dell’Iguazù?

Il lato argentino del Parco Nazionale dell’Iguazù apre tutti i giorni dalle 08:00 e chiude nel tardo pomeriggio, verso le 18:00. L’ingresso ha un costo di circa 24 € e il biglietto può essere acquistato direttamente all’entrata. Chi decide di tornare anche il giorno successivo può avere uno sconto del 50% sul secondo accesso. Sul lato brasiliano, di solito, l’apertura è alle 09:00 fino alle 17:00, ed il costo del biglietto è di circa 20 euro. Il modo migliore per vivere le cascate è quello di affidarsi a dei tour organizzati, in questo modo non bisogna preoccuparsi dei trasporti, dei controlli alla frontiera e degli orari.

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