L’orizzonte dei Paesi Bassi è una linea quasi ininterrotta, una tela piatta dove terra e cielo si fondono in una tavolozza di grigi, verdi e azzurri. In questo paesaggio così orizzontale, sono le strutture verticali a catturare lo sguardo, e nessuna è più emblematica, più intrinsecamente olandese, del mulino a vento. Queste figure iconiche, che costellano la campagna, non sono semplici reliquie di un passato folkloristico; rappresentano l’epicentro di una lotta secolare, una testimonianza ingegneristica della tenacia umana contro la supremazia dell’acqua. Per secoli, i mulini sono stati il motore di questa nazione, la macchina che ha letteralmente costruito la terra su cui sorge. Comprendere la loro funzione è il primo passo per apprezzarne la bellezza, e visitarli significa compiere un viaggio nel cuore pulsante dell’identità nazionale.
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ToggleL’ingegneria del vento: il motore della nazione
A differenza di gran parte dell’Europa, dove i mulini a vento venivano impiegati quasi esclusivamente per macinare cereali o pressare semi oleosi, nei Paesi Bassi essi assunsero un compito molto più vitale e drammatico: spostare l’acqua. Una porzione significativa del territorio nazionale si trova al di sotto del livello del mare; si tratta dei famosi polder, appezzamenti di terra strappati con fatica a laghi, paludi e al mare stesso. I mulini Olanda sono stati, per secoli, l’unica tecnologia disponibile per drenare queste aree e mantenerle asciutte. Erano, di fatto, delle pompe idrauliche alimentate dal vento.
La loro meccanica, basata su ingranaggi in legno e grandi ruote a pale (le vite di Archimede), permetteva di sollevare enormi volumi d’acqua da un livello inferiore (il polder) a un livello superiore (un canale di raccolta), da cui poi defluiva verso il mare. Questo sistema complesso, che richiedeva una manutenzione costante da parte del mugnaio (il molenaar, che viveva all’interno del mulino stesso), ha permesso ai Paesi Bassi non solo di sopravvivere, ma di prosperare, creando nuovi terreni agricoli da quella che era solo acqua. Oggi, potenti stazioni di pompaggio elettriche hanno sostituito la loro funzione, ma i mulini rimangono come custodi di questa eredità.
Kinderdijk: l’esercito dei giganti d’acqua

Non esiste luogo al mondo che incarni questa storia in modo più potente di Kinderdijk. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997, questo sito non è un museo ricostruito, ma un sistema idraulico storico ancora intatto e funzionante. Qui, diciannove maestosi mulini a vento si allineano lungo i canali di drenaggio del polder di Alblasserwaard. È uno spettacolo di rara suggestione: le grandi pale che girano all’unisono, il riflesso delle strutture nell’acqua immobile e il silenzio rotto solo dal vento tra i canneti. L’intero complesso di Kinderdijk Paesi Bassi fu costruito intorno al 1740 per gestire il deflusso delle acque in eccesso, operando in una sorta di staffetta ingegnosa. Kinderdijk è situato nella provincia dell’Olanda Meridionale, a circa 25 chilometri a est di Rotterdam. Si trova in un contesto rurale, immerso nei polder, e raggiungerlo fa parte dell’esperienza. Sebbene sia accessibile in auto (con parcheggi dedicati), il modo più affascinante è via acqua. Da Rotterdam (vicino al ponte Erasmusbrug), parte il Waterbus (linea 21 in stagione, o altre combinazioni con cambio a Ridderkerk). Questo traghetto pubblico naviga lungo il fiume Nieuwe Maas, offrendo scorci magnifici sulla logistica portuale prima di attraccare direttamente all’ingresso del sito. In alternativa, esistono collegamenti in autobus da Rotterdam e Utrecht, che richiedono però un cambio nella vicina Alblasserdam. È anche una destinazione molto popolare per chi viaggia in bicicletta, grazie a una rete capillare di piste ciclabili che la collegano alle città circostanti.
Zaanse Schans: l’istantanea del secolo d’oro
Se Kinderdijk rappresenta l’autenticità funzionale della gestione idrica, Zaanse Schans offre un’istantanea idealizzata e vibrante della vita olandese nel XVII e XVIII secolo. È importante distinguere le due esperienze: Zaanse Schans è un quartiere-museo all’aperto, una ricostruzione meticolosa che combina mulini storici funzionanti con case tradizionali in legno verde, laboratori artigianali (come quelli dei famosi zoccoli klompen) e caseifici. I mulini qui presenti non erano primariamente dedicati all’acqua, ma rappresentavano il cuore industriale della regione dello Zaan. Erano mulini-segheria (che permisero la costruzione della flotta VOC), mulini per la produzione di pigmenti per la vernice (come il “De Kat”, l’unico ancora operativo), mulini per l’olio e per le spezie.
In particolare, Zaanse Schans è situato a nord di Amsterdam, nel comune di Zaanstad. La sua vicinanza alla capitale la rende una meta estremamente popolare. L’accessibilità è il suo punto di forza. Dalla stazione centrale di Amsterdam, un treno regionale impiega meno di 20 minuti per raggiungere la stazione di Zaandijk Zaanse Schans. Da lì, una breve passeggiata di circa 10-15 minuti, seguendo le indicazioni, porta direttamente al sito. In alternativa, diversi autobus di linea (come il R-Net 391) partono dal retro della stazione centrale di Amsterdam e fermano proprio all’ingresso.
Oltre i circuiti classici: Schiedam e i mulini urbani
L’esperienza dei mulini in Olanda non si esaurisce nei due siti principali. Per chi cerca una prospettiva diversa, la città di Schiedam, situata tra Rotterdam e Delft, offre uno spettacolo unico: i mulini a vento più alti del mondo. Questi cinque “giganti”, alcuni dei quali superano i 33 metri (escluse le pale), non pompavano acqua né segavano legno. Erano utilizzati per macinare i cereali necessari alla fiorente industria del Jenever (il gin olandese), che aveva in Schiedam il suo centro nevralgico. La loro altezza eccezionale era necessaria per catturare il vento al di sopra dei magazzini e degli edifici della città industriale. Sono facilmente raggiungibili con i trasporti pubblici di Rotterdam (metro o tram).
Inoltre, i mulini sono sparsi capillarmente in tutto il paese. La stessa Amsterdam ne conserva otto, tra cui il celebre De Gooyer, un mulino a vento che svetta accanto a un birrificio artigianale (Brouwerij ‘t IJ). Altri si trovano isolati nelle campagne della Frisia o integrati nei bastioni delle città storiche, come il Molen de Valk a Leida, oggi un affascinante museo municipale sulla vita del mugnaio. Ogni mulino racconta una storia diversa, che sia di grano, di spezie, di vernice o, più spesso, di terra contesa all’acqua.












